 CONFCOMMERCIO BELLUNO: «RAGIONARE DI MOBILITÀ SUI PASSI CON OBIETTIVI CONDIVISI E PROGRAMMAZIONE A LUNGO TERMINE» «È senza dubbio positivo che il tema della mobilità sui passi dolomiti in un'ottica di sostenibilità ambientale sia oggetto di confronto e di discussione; non possiamo però tralasciare alcuni aspetti che, dal nostro osservatorio, sono indispensabili: programmazione a lungo termine, infrastrutture preventive e coinvolgimento degli operatori economici, turistici e commerciali ma non solo, che operano sui passi stessi, sulle dorsali montane che li circondano e nei paesi di valle». Così Paolo Doglioni, presidente di Confcommercio Belluno, commenta le anticipazioni secondo le quali pare sia allo studio un'ipotesi di chiusura giornaliera della viabilità estiva di alcuni passi dalle 10 alle 12.
«Di quanto emerso sui giornali non ne sappiamo di più», continua Doglioni, «e non abbiamo ricevuto alcun tipo di coinvolgimento o documentazione per poter giudicare più approfonditamente la proposta. Parlare di sostenibilità ambientale in un contesto come il nostro è doveroso, pensare e percorrere soluzioni di salvaguardia altrettanto ma, ripeto, tutto ciò deve tradursi in un confronto ad ampio raggio, articolato e strutturato in modo tale da non ledere l'economia dei territori ed il diritto alla mobilità. Trovo personalmente riduttivo un ragionamento riferito ad una mera chiusura del traffico di due ore al giorno per tutta l'estate: anzi, per certi versi potrebbe creare più problemi di carattere viabilistico e generare pesanti criticità economiche ed organizzative alle imprese». Sulla stessa lunghezza d'onda del presidente di Confcommercio Doglioni c'è anche Walter De Cassan presidente di Federalberghi Belluno Dolomiti.
«Da sempre», afferma De Cassan, «mi dichiaro favorevole a ragionamenti in materia purché calati su preventive azioni di infrastrutturazione dei paesi di valle e dei passi stessi; parcheggi scambiatori, politiche di incentivazione all'uso di mezzi elettrici, navette di collegamento ecosostenibili, percorsi dedicati e privilegiati per il cicloturismo, valorizzazione del ruolo estivo degli impianti a fune, controlli stradali, prevenzione e repressione degli “eccessi”. Credo che prevedere una fascia oraria di chiusura non faccia altro che spostare il problema creandone anzi di ulteriori. Il lavoro e gli equilibri economici delle imprese che investono sul territorio, creano e danno lavoro e vivono di flussi turistici “stanziali” e “mordi e fuggi”, rischierebbero di essere duramente colpiti senza che tutto ciò si traduca in un reale beneficio ambientale».
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