 ALIMENTARISTI CONFCOMMERCIO BELLUNO: AIUTI, STRATEGIE AD AMPIO RAGGIO E PROGRAMMAZIONE «Con interesse» afferma Sandro Lavanda, presidente del Gruppo Alimentaristi di Confcommercio Belluno «ho letto dei propositi di UNCEM sul fronte di politiche attive e concrete a sostegno delle piccole attività che ancora oggi garantiscono un presidio di carattere socio-economico. Come affermato anche dal presidente Paolo Doglioni, non possiamo che essere sulla stessa lunghezza d'onda su una proposta che riprende concetti ed auspici che la nostra associazione ed il Gruppo Alimentaristi evidenziano già dall'inizio degli anni Duemila».
«Mi sento di dire», continua Lavanda «che, per rispetto di chi ha resistito e nella speranza di poter invertire la rotta creando opportunità anche per le nuove generazioni che vogliono restare ed investire sul territorio, bisogna passare a fatti concreti. Noi ci siamo: per rappresentare la realtà del tessuto economico, per proporre soluzioni realisticamente percorribili, per confrontarci sulle opportunità». «Il tema della sopravvivenza delle micro-attività però non può essere ricondotto esclusivamente ad una politica di “aiuti” se, parallelamente, non si pensa ad una strategia ad ampio raggio che necessariamente deve considerare altri concetti fondamentali ed integrati tra i quali la residenzialità, la programmazione dei servizi alla popolazione, l'organizzazione socio-sanitaria, la garanzie di un equilibrio fra forme di distribuzione, la cura del territorio. Nel suo intervento all'Assemblea di Confcommercio Nazionale il presidente Sangalli ha parlato di politiche specifiche per la montagna, per le aree interne del paese, di zone economiche montane; una strategia necessaria per garantire un futuro ai nostri territori ed agli operatori economici». «In ultimo battuta», conclude Lavanda «considerato il modello di sviluppo al quale ancora oggi purtroppo assistiamo, un appello agli enti locali ad una programmazione urbanistico commerciale oculata ed equilibrata, alla limitazione del consumo di suolo nel nome di grandi e quasi sempre decentrati e periferici insediamenti commerciali che non fanno altro che impoverire i centri storici, i centri minori e le borgate dei nostri territori; diamo un senso ed un futuro ai valori legati alla qualità della vita dei quali davvero nella nostra provincia si può ancora godere rispetto alle medio grandi aree urbane. Perché perseguire un modello di sviluppo che non ci si addice?».
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